Monte Pozzoni
segnava il confine tra il Lazio e l’Umbria, e accoglieva nel grembo del suo
anfiteatro le sorgenti del Fiume Velino. Salivamo lungo la Valle di S. Rufo,
passando nelleprossimità della nascosta grotta della Sibilla, dove un profondo
pozzo penetrava difficilmente nelle viscere della montagna, lasciando
all’immaginazione l’indagine di cascate, strettoie einghiottitoi persi nel
buio. La parte alta della montagna si alzava solitaria, mirando alla bellezza
lontana dal Gran Sasso, della Laga, dei Sibillini e del Terminillo, mentre
nelle prossimità di quellepiramidi erbose, i pendii scivolavano dolcemente verso
Accumoli e Cittareale. Uno degli speroni della montagna un tempo ospitava un
nido di aquile, che depredato dagli uomini lasciava soltanto ilricordo di quel
volo maestoso. Nei pressi dell’abitato, il castello di Cittareale era il punto
più importante dell’Alta Valle del Velino, che si estendeva a Sud di Monte
Pozzoni. Era il castello di ReManfredi, un antico mastio ad insolita pianta
triangolare che dava sfoggio del suo carattere difensivo. Ai piedi del suo
basamento un’apertura si insinuava nelle sue fondamenta. Le sue originirisalivano all’epoca sveva di Federico II, e si collocava strategicamente tra
il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. Re Manfredi era il figlio di
Federico II, e secondo la leggendatramandata nei secoli era stato sepolto
proprio all’interno della fortezza a cui aveva dato il nome.
domenica 10 maggio 2015
Monte Pozzoni da Cittareale nell'Alta Valle del Velino e il Castello di Re Manfredi
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