Il cielo nuvoloso si vestiva di bianchi evanescenti, copriva la cima delle montagne, dapprima le mozzava e poi le lasciava andare, facendole vivere in danze turbolente. Quella nebbia sottile e luminosa si concentrava nella parte sommitale, eratalmente delicata da vestire il bosco di una suggestione bellissima. Quello che vedevo appariva come sussurrato, tutto si velava come l’anticamera di un sogno, dove si percepiva l’inizio ma non si era in grado di vederne la fine, dove ogni cosa siamplificava e si distendeva, lasciandosi percorrere mantenendo intatti tutti i suoi Enigmi, lasciandosi sognare, lasciandosi sfiorare, lasciandoti andare. Rimanevo incantata ad ammirare tutte quelle velature, ne comprendevo la bellezza, lo stupore e ilmiracolo, la meraviglia assoluta di un incanto semplice. Giunti sulla cima, la montagna ci regalava una visibilità perfetta: all’improvviso tutta la nebbia si era svaporata permettendoci di ammirare anche fino in lontananza. Sembrava come se ci avessefatto un dono, forse comprendeva la nostra ammirazione e in qualche modo continuava a farsi guardare. Sotto di noi, Antrodoco si distendeva protetta dai rilievi circostanti, così piccola ed ordinata, guardava dal basso la sua montagna cintasulla testa da una corona di spine. Nel silenzio del pomeriggio ridiscendevamo verso la Madonna delle Grotte, seguendo questa volta il sentiero giusto perso all’andata. Quel piccolo Santuario si affacciava sulla strada disponendo a chiunque la sua bellezza, ilsuo incastro perfetto con la roccia si animava della fusione di elementi differenti, trovando nella cavità della terra la parte più materna e femminile possibile. Nelle Gole di Antrodoco, sito eremitico rupestre dell’Alto Medioevo, fu costruito agli inizi delSeicento il Santuario di S. Maria delle Grotte. La chiesa sorge nel luogo dove, secondo la tradizione, Bernardina Boccacci, nell’ottobre del 1601, rinvenne nei pressi di una grotta un’immagine della Vergine con Gesù Bambino. La scopertadell’immagine provocò un immediato fervore popolare tanto che il vescovo di Rieti, mons. Cesare Segni, fece erigere sul luogo un altare e vi celebrò la prima messa il 29 settembre del 1602, accordando una indulgenza di 40 giorni. La costruzione delSantuario fu iniziata il 24 aprile del 1603 e completata, grazie alle generose oblazioni dei fedeli, nel giro di appena un anno. Il progetto fu redatto dall’architetto toscano Fausto Ruggeri da Montepulciano. L’edificazione della Chiesa favorì lacolonizzazione agro-pastorale delle comunità contadine di Rapelle, Vignola, Rocca di Corno e Rocca di Fondi, rivitalizzò la viabilità e gli scambi economici con L’Aquila e con Napoli capitale del Regno sottraendo le Gole alle vessazioni delbrigantaggio. Nel marzo 1821 in questi luoghi il generale Guglielmo Pepe tentò una estrema resistenza all’invasione delle truppe imperiali della Santa Alleanza, questa battaglia segnò l’alba del Risorgimento italiano. Il Cardinale Federico Tedeschini, illustre interocrino, onorò questo santuario donandola statua in esso conservata. Con sentita partecipazione popolare fin dagli anni ’30 il simulacro viene portato ritualmente, tra Ascensione e Pentecoste, in due processioni dalle Gole al Duomo di Antrodoco e viceversa. (Tratto da un cartello informativo del luogo, posto dalla Regione Lazio).
domenica 11 dicembre 2011
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