“...ecco, se devo fare
qualcosa, io posso farlo qua... lo farei così: compattiamo le macerie... le
armiamo per bene, e con il cementofacciamo un immenso cretto bianco così che
resti un perenne ricordo di questo avvenimento...” Alberto Burri
Percorrevamo quei vicoli con la consapevolezza della vita
che c’era prima. Voci, persone, colori, tutto era stato fagocitato dal
terremotodel Belice, poi dal bianco. Tra microcosmo e macrocosmo le fessure
del grande cretto un tempo erano le strade di Gibellina, ora la tombadi un
paese intero che giaceva in silenzio in una visione commovente.
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