La Sardegna mi rimaneva sempre nel cuore, ogni volta si
lasciava scoprire nella sua bellezza autentica, terra di giganti, terra disimbolismi
ancestrali, terra enigmatica dove perdersi era come ritrovarsi, in connessione
alla terra, al cielo e all’infinito. Percorrevamoin bici le strade assolate e solitarie
tra Nuoro e Oliena, bordate di fichi d’india e mandorli, portando un saluto d’omaggio
a Maria GraziaDeledda. Visitavamo il villaggio nuragico di Serra Orrios, costruito
con blocchi di basalto tra ulivi millenari. Conoscevamo l’anticoinsediamento
dell’inespugnabile Tiscali, varcando Sa Curtigia, il suo caratteristico
passaggio con una spaccatura nella roccia. Percorrevamocon la canoa il Fiume
Cedrino, visitavamo l’Eremo di San Pantaleo, conoscevamo la Sorgente di Su Gologone.
Ci inoltravamo nellesuggestive Gole del Gurropu, dal Passo di Genna Silana, a
Urzulei. Cercavamo ovunque le mitiche Domus de Janas. Dormivamo sul Golgo.Da
Su Porteddu un percorso escursionistico ci conduceva all’esclusiva Cala
Goloritzè, ormai troppo conosciuta e affollata ma pur semprebellissima. Alla
spiaggia di Foxi Manna, in Tertenia, campeggiavamo sul mare, qui tantissimi nuraghe
impreziosivamo il territorio con laloro testimonianza storica, tra torri, aree
archeologiche e pozzi sacri, li visitavamo spostandoci in bici seguendo le
indicazioni degli abitantidel posto. Pranu Muttedu. Ci spostavamo nella Sardegna occidentale,
nella zona di Cabras tra saline e fenicotteri rosa, scoprivamo la bellezzadi
San Giovanni di Sinis, la laguna di Mistras, le rovine dell’antico abitato di Tharros.
Ci soffermavamo nella bellezza della spiaggia diIs Arutas, con i suoi granelli
di quarzo, e in quella di S’Archittu. Sulla via del ritorno, di nuovo nel
versante orientale, conoscevamo l’Isola diTavolara, con i suoi fondali limpidi
e i pesci arcobaleno. Poi San Teodoro, Cala d’Ambra e la Spiaggia di Porto
Ottiolu...
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