Aspettavamo il treno alla stazione ferroviaria di Sassa, che
già ci introduceva nella visione del nostro viaggio, dove meta e percorso coincidevano.
Sul treno pochissime persone e fuori la bellezzadelle nostre montagne
conosciute ma viste da un altro punto di vista; raccoglievo nel cuore la
gentilezza della capotreno che veniva da noi credendoci forestieri ad indicarci
gli scorci panoramici più belli,il suo voler condividere la bellezza era per
me un bellissimo regalo. Da Contigliano raggiungevamo Todi passando per
Marmore, Terni, San Gemini e Acquasparta, percorrendo lentamente chilometri di
strade,attraversando paesi e luoghi autentici, dove l’essenziale mi faceva
stare bene. Con Todi bellissima e la compagnia di cari amici del posto concludevamo
il primo giorno del nostro viaggio. L’indomaniseguivamo le strade lungo il
Tevere, affiancando il Lago di Corbara, facendo sosta nella bellissima Orvieto,
con il suo duomo e i suoi vicoli che si facevano percorrere facilmente in
bicicletta. Acquapendente,Onano, San Quirico e Pitigliano, ci fermavamo qui in
una delle case a strapiombo dello sperone tufaceo, con alle spalle il cuore del
paese e davanti il panorama di vallate verdeggianti. Il terzo giorno partivamoda Pitigliano passando per Manciano, Marsiliana e Magliano in Toscana, dove
nelle prossimità l’Abbazia di San Bruzio riecheggiava d’importanza oltre lo
scorrere del tempo, con le sue volte di pietralavorate aperte al cielo e
abitate da colombe. Poi Montiano, Grosseto e Castiglione della Pescaia, ci
fermavamo qui, l’indomani avremmo raggiunto l’Isola d’Elba. Tra strade
assolate, viali bordati di pinimarittimi e il rumore assordante delle cicale fiancheggiavamo
il Golfo di Follonica fino a Piombino, dove ci attendevano i traghetti per l’Isola
d’Elba. Poi Portoferraio, Procchio, La Pila, Marina di Campo, Cavoli,Seccheto,
Fetovaia, Pomonte e Chiessi, la nostra destinazione. La bellezza dell’Isola d’Elba
era nelle sue strade tortuose che tra salite e discese collegavano i paesi, negli
affacci panoramici che lasciavanoscorgere la Corsica e l’Isola di Capraia, nella
sua semplicità che vedeva a Chiessi un unico ristorante, un’unica spiaggia,
poche barche e tanta tranquillità. Finalmente potevo riposarmi.
Dopo tre notti sull’isola la via del ritorno. Alla stazione
di Campiglia Marittima prendevamo il treno fino a Tarquinia, un’altra
bellissima città da visitare. L’indomani percorrevamo un tratto obbligatodi
Aurelia passando vicino all’acquedotto delle Arcatelle, attraversando vallate e
pendii, antiche terre etrusche disseminate di storia. Monte Romano, Vetralla,
Pian di San Martino, Ponte di Cetti e la magnificaViterbo con i suoi 39,7
gradi, poi Bagnaia, Pallone e Santarello, Bassano in Teverina e Orte, dove
prendevamo il treno – anche se per pochi chilometri – per evitare il caldo e la
congestione stradale diTerni, da qui continuavamo in bici verso Marmore per la
salita di Papigno fino a raggiungere la Conca Reatina e le sue bellissime
ciclovie, dove temperature più moderate rendevano più piacevole il nostroviaggio. L’ultima notte la trascorrevamo in un palazzo storico di Rieti, nel
centro della città, trovando una dimensione accogliente. l’indomani tornavamo a
casa passando per Antrodoco, portavamo nel cuorel’esperienza del viaggio e
nelle gambe 605 chilometri percorsi in bici. (3-11 luglio 2023).
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