domenica 5 dicembre 2021

La Piana delle Locce, Santa Maria ai Carboni e la Grotta di San Michele

Dal piccolo lago di Santo Stefano di Sessanio partiva una comoda via per la Piana delle Locce, che attraversava in parte i contraffortimeridionali minori del Gran Sasso, tra modesti avvallamenti e rilievi che mano a mano salivano alla volta della montagna. Faceva freddo,ma si stava bene, a tratti vi erano precipitazioni di neve tonda che andavano e venivano a seconda del vento. La Piana delle Locce cisottostava con la geometria squadrata dei suoi campi, la circolarità del piccolo lago, la sinuosità delle strade che solcavano a vivo la suaterra nera. Ai margini del vasto altopiano si ergeva l’edificio di Santa Maria ai Carboni, Santa Maria de Corovonis, grancia cistercense diSanta Maria di Casanova. L’antica struttura risalente al XII secolo, ampliata e riadattata all’uso di pastori e contadini, verteva indecadenza. La piccola cappella e le rovine del suo altare si davano al cielo così prive di copertura, esposte all’intemperie mostravanoun’inesorabile declino a dispetto dell’importanza contata nei secoli. Poche scritte sui muri restituivano la memoria dei viandanti. Alle suespalle una delle tante grotte agro-pastorali si inoltrava nella terra, un caldo riparo che manteneva la sua funzione sospendendo lo scorreredel tempo. Quella de Le Scoppie era una collina molto particolare, da alcuni punti di vista si ergeva a forma conica sulla bellissima vallata, siornava di molteplici buchi contornati di rocce, antichi ripari scavati dall’uomo nel tenero conglomerato. Tornavamo a Valle Chiusola percercare la Grotta di San Michele, questa volta facilmente individuabile dal basso della valle. Non vi erano tracce del culto dell’arcangelo,soltanto il nome definiva l’area sacra. All’interno il tepore della grotta ci accoglieva mentre fuori le nuvole si agitavano, la neve che cadevamossa dal vento presto avrebbe imbiancato ogni cosa.


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