sabato 4 gennaio 2020

L'inverno in Abruzzo nella Valle Jovana e la Serra Sparvera

L’inverno in Abruzzo è nel silenzio delle montagne, nel candore della neve tanto attesa, nel riposo dei boschi. Ogni luogo è unico e speciale, i cieli immensi sormontano un susseguirsi di rilievi e pianure, dovepietre silenziose assorbono il tiepido sole d’inverno, la cui luce rada accarezza ogni dove con mano fredda. L’Agriturismo Jovana era uno dei primi agriturismi aperti in d’Abruzzo, l’accoglienza di Roberta,l’ospitalità di Liborio, la gentilezza di Antonietta, la pacatezza di Lorenzo, ci facevano sentire a casa. Intorno a noi c’era soltanto la quiete della Valle delle Masserie, attraversata da una lunga stradabianca che dalla Cantoniera Mimola arrivava fino a Scanno. Liborio, il capofamiglia, parlava con passione del suo lavoro di pastore, semplice e faticoso, da giovane era stato anche in Canadà, come lo chiamava lui,ma l’amore per l’Abruzzo e per ciò che faceva l’aveva sempre portato con sé in ogni dove. Conosceva parole in inglese, in francese e in tedesco e gli piaceva intrattenersi a parlare con noi, davanti ad unbicchiere di vino e all’ottimo cibo cucinato da Roberta e sua madre Antonietta. Scegliere di essere ciò che si è era uno degli insegnamenti più belli e confortanti da apprendere sul far della sera, quando leemozioni si amplificano grazie alla notte e trovano sfogo nei sogni. L’indomani, seguendo il consiglio di Liborio, salivamo alla volta della montagna, la Serra Sparvera, per lui la più bella di tutte, che posta cosìa ridosso sulle sue terre le proteggeva dai venti del Nord, ed era anche per questo un nume da venerare. Quel rispetto profondo dell’uomo per la propria montagna era frutto di un legame antico, stratificato neglianni e nelle stagioni, maturato di consapevolezze, poterlo conoscere tramite i racconti di una vita era un omaggio alla vita stessa. Il sentiero per la Serra Sparvera si dipanava dapprima nel bosco per poi aprirsi suradure maculate di neve, dove la falasca dorata si scopriva e brillava alla luce del sole.  Da lassù i panorami si aprivano fino in lontananza: dalla lunga linea di cresta del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio eMolise, lo sguardo saltava di cima in cima a toccare le vette di Monte Genzana, Monte Greco, Monte Pratello, ed un susseguirsi di rilievi più o meno conosciuti, caratterizzati da versanti isolati e selvaggi.Scoprivamo l’Altopiano delle Cinque Miglia distendersi al nostro sguardo, il Lago di Scanno incastonarsi tra i monti come una pietra preziosa, e la neve, ovunque, che con il suo strato sottile alleggerivaulteriormente ogni prospettiva aerea, lasciando così respirare sia il cuore che l’anima.
Articolo pubblicato sul sito di AbruzzoTurismo

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