La Grotta del Cervo si svelava tra riflessi lucenti di rocce
e trasparenze di acque cristalline. Ogni volta era come riscoprirla con occhi
nuovi,sotto carezze di luce che ne animavano le concrezioni, con meduse e
serpenti che prendevano vita sotto la strana magia di un perpetuo buio.Le
ombre ci guidavano lungo prospettive inesplorate, un viaggio terreno portato
anche sul filo del sogno, dove ogni cosa potevaaccadere, perché oltre ai
nostri occhi c’era la nostra immaginazione a tessere ogni apparenza. Le stalagmiti
del Salone degli Antenati eranodritte dinanzi a noi come presenze, ma noi
andavamo oltre, nei meandri del Fiume di Fango e nel Ramo della Luna, tra rocce
nere,immersi nell’acqua che riposava nel suo greto. Tutto si rifletteva su
quegli specchi, amplificando le percezioni dei miraggi. Finalmenteammiravo la
grande Medusa, circondata dallo splendore delle sue acque trasparenti e dal
brillare della candida calcite, così riflettente datrasparire come diamante.
domenica 17 febbraio 2019
La Grotta del Cervo
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