Da
Pietracamela saliva un’antica strada che metteva in comunicazione i due
versanti del Gran Sasso, percorsa un tempo come tragitto più breve per L’Aquila
da pastori e commercianti. La gola del Rio Arno con le sue cascate e i suoi
affacci su Pizzod’Intermesoli era in grado di suscitare molta suggestione,
chissà cosa provavano quegli uomini del passato a dover affrontare l’incognita
della montagna, di quel viaggio affidato a Dio e alla fortuna, portando nel
cuore il pensiero delle persone care. Ilfondo del terreno si componeva di
pietre come le originarie strade romane, quei sassi avevano visto il cammino di
infiniti passaggi, ed ora giacevano nel silenzio di un mattino di novembre. Il
rumore del vento spesso si confondeva con quellodelle acque del Rio Arno, il
Foehn ci veniva incontro marcando la sua voce mano a mano che salivamo: lo
sentivamo turbinare su Pizzo d’Intermesoli e Corno Piccolo, vestendo e
spogliando il cielo di nubi con prepotenza ed impazienza. L’ingresso della ValMaone scopriva alla sua destra la preziosa cavità della Grotta dell’Oro, protetta
da una piccola balaustra di alberi spogli, alcuni cespugli e bacche di ebbio. Un
articolo pubblicato sulla Rivista del CAI di Roma – l’Appennino, n.3/1997 –
parlava delle piccolegrotte sotto il Gran Sasso, di seguito la citazione
riguardo la Grotta dell’Oro. La leggenda della corsa all'Oro. La cavità più stravagante è la Grotta
dell'Oro, sempre in Val Maone, registrata al Catasto abruzzese con il numero
152. Il grandegrottone di ingresso risalta imponente sotto i bastioni rocciosi
e gli orridi canali dell'Intermesoli. La leggenda narra che la presenza di
luccicante pirite, scambiata in un primo tempo per preziosa vena aurifera,
scatenò una vera e propria caccia all'orotra gli abruzzesi. In pochi sono pronti
a giurare su questa ricostruzione. Resta però il fatto che ancora oggi, se si
risale la pietraia sino allo sgrottamento e ci si avventura nei cunicoli più
franosi (con la dovuta cautela), si possono trovare con una certafacilità sia
i resti di antichi picconi che briciole di pirite. (Tratto da “Le Piccole
Grotte sotto il Grande Sasso” di Lorenzo
Grassi – Gruppo Grotte Roma “Niphargus”). Lasciavamo la Grotta dell’Oro per
fare rientro, alle nostre spalle percepivamo il frastuono deglielementi che
imperversava su Campo Pericoli, da lì a 24 ore si sarebbe scatenato un
temporale talmente violento da causare imponenti frane: tronchi, fango e pietre
avrebbero occupato un tratto dell’unica via di accesso al paese, isolandolo.
domenica 10 novembre 2013
La Grotta dell'Oro della Val Maone dall'antico percorso di Pietracamela
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Hai anche un canale su YouTube?! Sei fantastica! Mi piace molto incontrare questi angoli italiani della tua mano! Congratulazioni. E abbraccio!
RispondiEliminaGrazie Patzy, l'ho creato perchè era l'unico modo che conoscevo per mettere i video nel blog
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