La Media Valle
dell’Aterno si impreziosiva di piccoli borghi lungo il corso del fiume,
distanziati tra loro da immense distese di prati. Tra questi il paese di Stiffe
si distingueva per la forra che losovrastava: così contornato di natura
selvaggia si metteva in contrasto con l’ordine rigoroso della pietra che lo
componeva, con i suoi vicoli che in un breve dipanamento stringevano a sétutte
le case. Quelle pietre composte dall’uomo lasciavano scaturire dimensioni
remote, il passato rimaneva sospeso e si poteva fruire anche solo camminando
tra i vicoli stretti delpiccolo paese. Qualcuno era rimasto ad abitarlo, ma
l’unica presenza che incontravamo per strada era quella silenziosa dei gatti.
Le pietre d’Abruzzo erano così serene, assorbivano la lucedel sole e
rilasciavano in quiete quella energia. Un sentiero partiva dalla parte
sommitale del paese e conduceva ai ruderi del castello e ai salti superiori
della cascata di Stiffe. Questo tragittoun tempo era attrezzato con
staccionate di legno e tabelle informative, ma l’incuria degli ultimi anni ne aveva
portato il disfacimento: la natura si era ripreso tutto, ed il percorso sismarriva
spesso nella vegetazione. Il rumore dell’acqua prendeva forza in quell’enorme
cassa di risonanza, mano a mano che il sentiero saliva a mezza costa della
montagna si scorgeva dall’altoil letto del fiume e il corso che faceva. La
finale sommitale raggiungibile a piedi sprigionava un’energia incredibile: l’acqua
riversava tutta la sua potenza, coprendo con il suo vigorequalsiasi altro
suono. Una piccola cavità nascondeva al suo interno un passaggio prezioso
attraverso cui guardare quello spettacolo della natura, mi sentivo davvero
fortunata a poter ammirare tanta bellezza.
mercoledì 27 febbraio 2013
I salti superiori delle Cascate di Stiffe
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Per scoprire le cose "piccole", quelle che sono così vicine a noi da sembrare scontate e insignificanti, bisogna essere curiosi, ovviamente, e umili come quegli eremiti che si sentono parte, e non artefici, di una realtà a volte impenetrabile. La tua ultima frase mi è piaciuta molto perché riflette, secondo me, quella disposizione d'animo:" mi sentivo davvero fortunata a poter ammirare tanta bellezza."
RispondiEliminaCi penso sempre a questa cosa, e ringrazio Dio ogni giorno per questa consapevolezza. In molti si perdono dietro a cose futili, hanno la possibilità di vedere il mondo ma sono distratti da cose insignificanti, e si rendono conto della meraviglia delle cose semplici solo quando gli vengono a mancare le funzioni del corpo o si fanno vecchi, quando arrivano i veri limiti fisici, ecco perché la vecchiaia è l’età più saggia, perché è l’età della consapevolezza. Siamo noi a chiamarle cose semplici perché accadono sempre e per questo sono comuni, eppure sono veri e propri miracoli! :-)
RispondiEliminaCiao Natura! Ho seguito il link dalla pagina di Leo, e sono arrivata qui. Mi chiamo Patzy, della Argentina. Sono un artista digitale e, anche, faccio un blog dedicato al tuo Paese (il quale amo come se fosse il mio). Siccome tutto ciò che riguarda l´Italia mi interessa, mi è piaciuto molto il tuo blog, quindi io ti seguo, e se volete vi invito a miei siti. Un grande abbraccio.
RispondiEliminahttp://senderositalianos.blogspot.com
http://artedigital-by-patzy.blogspot.com
Grazie Patzy, sia per i complimenti che per i link che mi hai inviato, sei molto gentile, seguirò anch'io i tuoi blog.
RispondiEliminaCon i migliori auguri per tutto
Sara