Primissima escursione della mia vita. E' proprio vero che l'inesperienza è presuntuosa: la convinzione era quella che un'escursione di trekking fosse come una semplice camminata nel verde alla portata di tutti. Quanto mi sbagliavo. Il gruppo aveva la
sua notevole esperienza, e da parte mia l'unica cosa che potevo fare era quella di stargli dietro e di lamentarmi il meno possibile, meglio ancora per niente, perchè non si possono condizionare le persone, soprattutto i montanari. Bisogna conoscere i propri limiti e fare i percorsi alla propria portata... ma io tutte queste cose non le sapevo e ho sofferto in silenzio. Il percorso delle Cento Fonti valeva comunque la pena di farlo, anche con il latte alle ginocchia, perchè davvero bello, suggestivo, col rumore dell'acqua che ti accompagnava mano mano. La giornata però non era un granchè, più salivamo e più vedevamo il tempo cambiare e la nebbia scendere. Come cambia veloce il tempo in montagna... Così il gruppo ha deciso di rinunciare alla vetta (purtroppo/per fortuna) e riscendere per non rischiare. Abbiamo preso un'acqua... fortuna che mancava poco al bosco. Gli abiti erano bagnati facidi e sono anche caduta diverse volte nel fango, una volta anche abbracciata ad un accompagnatore del cai, scivolando per qualche metro in mezzo alla melma più nera. Se ci penso mi viene da ridere, ma è stato abbastanza pericoloso. Pietre, terra, erba, merda... tutto diventa come sapone. Tornata a casa l'agonia muscolare è durata una settimana. Sono stata battezzata.
Sembra di rivivere il mio battesimo in montagna. Anche se il mio è stato invernale.
RispondiEliminaIn definitiva, ho conosciuto la veste estiva perché l'infatuazione è stata talmente forte da non riuscire a staccarmi dopo che l'ultima lingua di neve s'è arresa al sole.
Noto che è da poco che la frequenti, goditela tutta, ne vale la pena. E tutto sommato, fissare i ricordi su un blog è buon modo per riassaporare sensazioni altrimenti destinate all'oblio.
Non scrivo più (rispondo al tuo commento) perché stavo perdendo naturalezza, diventava un "dovere". Ho sempre pensato che una morte veloce è molto meglio di una lenta agonia. ;-)
Se ti va, di tanto in tanto, trovi qualcosa di nuovo qui:
http://www.youtube.com/baronerosso
É un canale nato quasi per caso, che vive e vivrà finché mi diverto, poi chissà...
magari arriva il teletrasporto e torniamo al futuro. ;-)
Ci si sente sulle varie piattaforme, al prossimo post!
allora hai fatto la scelta giusta, ti capisco perchè anch'io non amo i condizionamenti (di nessun tipo). guai poi ad incartarsi dentro i propri modi di essere, saremmo schiavi di noi stessi e non evolveremo mai. la vita è un attimo e bisogna adottare la leggerezza come guida, ma non quella stupida, intendo la leggerezza con tutto il suo peso, quella che libra e che non si fa toccare dal peso degli altri. chi è più sensibile deve pur sopravvivere in qualche modo. bisogna assecondarsi a seguire i punti di fuga dei nostri desideri, sennò che campiamo a fare?
RispondiEliminame la godo! me la godo! :-) :-) ;-)
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