Le Catacombe di San Vittorino
La chiesa di San
Michele Arcangelo a San Vittorino teneva oscurate le sue zone protette,
scendevamo nella cripta e nelle
catacombe, animando con la luce l’anima sacra
di quelle pietre buie. Quod vult deus,
e per volere di Dio, nel V secolo il vescovo
di allora aveva protetto il
sepolcro del Santo, le lapidi decorate mostravano maniere raffinate che
portavano alla luce i decori di
oltre millecinquecento anni. Nell’ombra si
aprivano i cunicoli e i colombari, quell’antico ipogeo paleocristiano era una
delle zone
più importanti dell’antica Amiternum,
le pareti spoglie ricavate nella roccia spesso si arricchivano di materiali di
risulta, con
capitelli, colonne e blocchi di pietra incisi, con cui avevamo il
contatto e la possibilità di azzerare la distanza di più di duemila
anni. Resti
di affreschi mostravano la bellezza venerata di giovani Madonne ed una Sant’Anna
Metterza, la simbologia di possibili
spade definiva la figura dell'Arcangelo Michele, caro ai Longobardi, mentre i colori dei panneggi vibravano ancora in
parte di toni accesi. L’umidità trasudava dalla terra creando gocce di condensa,
che investite di luce parevano comporre
vene d’argento.
Nessun commento:
Posta un commento