Il cielo viveva una cupa inquietudine di stratificazioni di grigi, tutto si ovattava nel candore rarefatto della nebbia animandosi disuggestione e malinconia autunnale. Le bacche di rosa canina, certe del loro rosso intenso, erano come dei punti fermi in talesimile torpore. Il vento svaporava a tratti l’altopiano di Rascino, svelandone il lago dalla forma tentacolare. La meraviglia sisvelava a piccoli passaggi, segreti e sussurrati, mentre il bosco si incantava sotto piani poco visibili.
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