Eremo di Sant’Angelo del Monte di Roccatagliata
L’Eremo di Sant’Angelo si apriva a strapiombo sul versante meridionale del Monte di Roccatagliata, situato tra l’abitato di Bussi sul
Tirino e quello di Castiglione a Casauria. Lo raggiungevamo percorrendo inizialmente una comoda strada sterrata che partiva dal
cimitero di Bussi, per poi lasciarla alla ricerca di sentieri inesistenti, con l’unico riferimento delle coordinate. L’antico luogo di culto risaliva
al XII secolo, lo
testificava un documento di donazione al Monastero di Casauria fra gli anni
1131-1136. Due enormi finestre nella
roccia sormontate da un muro caratterizzavano
quell’antica dimora appartata e solitaria. Un’apertura sulla volta individuava
un piano
superiore purtroppo inaccessibile, numerosi buchi sulle pareti suggerivano
la presenza di un probabile soppalco in legno, ma oltre la
pietra adesso non vi
era più nulla. A sinistra dell’ingresso due piccoli vani si incavavano
ulteriormente nella montagna, quello poco più
profondo manteneva maggiormente il
calore, e pareva accoglierci come un piccolo ventre di madre terra. I luoghi dell’Angelo definivano
sempre spazi
sublimi, spesso intermediari tra cielo e terra, aree sacre ricche di
suggestione e fascino dove la riflessione umana trovava ogni
volta i suoi
limiti e ammirava l’eterno. Per approfondimenti sull'eremo suggerisco il libro di Edoardo
Micati, “la Montagna e il Sacro – riti e
paesaggi religiosi in Abruzzo”, Carsa Edizioni, 2018.
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