Cresta di Monte Pettino da Cansatessa a San Sisto
Tornavo sulla montagna di Pettino dopo un anno e tre mesi
dall’ultimo incendio che l’aveva devastata, ancora erano visibili i segni del
fuoco
sulla base dei tronchi anneriti, parti del bosco erano andate distrutte
mentre altre avevano ripreso la vita, segnando il suolo con nuovi fondi
erbosi
ed il frutto di alcune pigne che testimoniavano la ripresa del ciclo vitale
degli alberi. Il bosco ci proteggeva da una leggera pioggia fin
dove arrivava,
oltre vi era la vista della montagna sulla sua città. Per aspera ad astra – attraverso le asperità fino alle stelle – era
un
monito inciso sulla croce di Croce Cozza, lo tenevamo a mente lungo tutto il
crinale intessuto di vecchi e nuovi sentieri, curati da chi aveva
a cuore la
montagna fuori porta. La tristezza giungeva dove era cessata la vita, file di
alberi spenti e anneriti, morti, in equilibrio sospeso,
non lasciavano scorgere
nulla più in là del loro scheletrico grigiore. Oltre Monte Pettino, la Crocetta
e la Madonna Fore percorrevamo un
nuovo sentiero sul Colle Nocelle,
aperto tra i cespugli di ginestra a riposo e lo sguardo sui colori autunnali di
piante superstiti. Tornava
la vita.
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