
La cima di Monte Calvo si contornava della danza lenta di nebbie leggere, che come sipari mobili si aprivano lasciando ammirare lo

spettacolo della natura. I cavalli sostavano più in basso, indisturbati e al pascolo, erano come piccoli punti lontani che impreziosivano il mio

sentire, arricchendo quella quiete di un sentimento libero. Adoravo tutta quella semplicità visiva, fatta di distanze schiarite da prospettive

aeree, dove i colori giovani dei fiori e dell’erba rinnovata si sbiadivano ora sotto la leggerezza di insolite nebbie. Trovavo magnifica la

ricchezza di quell’essenziale, dove tutto si raccoglieva alla ricerca della necessaria dimensione spirituale.
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