Punta Aderci dalla Foce del Sinello
Il percorso lambiva uno dei tratti più belli della costa
abruzzese, nel vigore della macchia mediterranea, tra coltivi, dune e falesie.
Seguivamo parte dell’ex tracciato ferroviario dismesso, dove ancora erano ben
visibili le vecchie opere di contenimento. Le fioriture si
schiudevano sotto
una pioggia leggera, e ci regalavano la bellezza dei colori, tra papaveri,
ginestre e caprifogli, e i loro dolci profumi che
aprivano il cuore al
desiderio di estate. I campi di grano davano fisicità al vento, e rivestivano i
pendii che correvano fino al grande salto di
Punta Aderci, trampolino di sogni
e di oblio, dove la vista del mare dall’alto innescava un desiderio umano
profondo e incomprensibile. La
pioggia scendeva intorno ad un piccolo trabocco
isolato, custode di chissà quali memorie, sopra i sassi lontani dalla riva e i
conglomerati
arenaria, sopra i tronchi secchi portati dal mare e
scarnificati fino all’essenza, sopra i nostri pensieri rasserenati da quella
magnifica
suggestione.
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