I Campi Flegrei
bruciavano animando le grandi caldere di visioni infernali. Nei pressi della
Solfatara percepivamo i vuoti delsottosuolo, il fango ribolliva e i vapori
sulfurei sfogavano in potenti fumarole. La terra così calda si vestiva di toni gialli,
conl’odore di zolfo che si perdeva in un’apparente quiescenza. Camminavamo
sull’inerzia di lave solidificate, croste di coperturache nascondevano movimenti
di pietra liquida, moti perpetui di energie primordiali.
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