Nei cunicoli sotterranei dell'antico acquedotto romano di Alba Fucens
Poco fuori le
mura di Alba Fucens, nel folto della vegetazione, si nascondeva l’ingresso di una
parte della magnifica opera idraulica
dell’acquedotto albense, edificato dai
Romani probabilmente nel II-I secolo a.C. circa. La galleria si sviluppava in
maniera
rettilinea e con una leggera pendenza in salita, per favorire lo scolo
delle acque, seguendo la direttrice che conduceva al
macellum dell’antica colonia romana. Il passaggio sotterraneo,
dapprima comodo ed agevole, ci permetteva di toccare con mano
la maestria di
antichi ingegneri, che, nonostante secoli e terremoti, avevano ideato un’opera
eterna. Disturbavamo la
quiete di un piccolo pipistrello mentre con le nostre
lampade animavamo la danza inoffensiva di moltissime zanzare. Mano a
mano che
il percorso diveniva più angusto riaffioravano dalla melma i resti di antichi
reperti, ossa e cocci variopinti che
azzeravano la distanza di oltre duemila
anni, lasciandoci la suggestione di una condizione insolita. Il cunicolo
terminava con
una frana, probabilmente causata da recenti lavori di superficie,
l’ipotesi più plausibile era quella che il condotto sfogasse in uno
dei “tombini”
dell’area del mercato dell’antica Alba Fucens. Ringrazio il gruppo
Speleoarcheologico ASD Grotte e Forre
Natura d’Abruzzo - www.naturabruzzo.it - che ci ha dato la
possibilità di compiere questa escursione.
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