Gabriele d'Annunzio e il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera
Nella penombra
della veggenza ogni cosa viveva in bilico tra le forze dell’attrazione e della
repulsione. L’horror vacui eraovunque, tra elefanti, meduse e pavoni, dove la polvere antichizzava vecchi
cristalli ed alabastri e la musica si trattenevaancora nel colore dei
drappeggi. Il "parente" abruzzese manteneva la sua eterna ironia rendendo omaggio
all’Italia e alla sua bellezza;l’ingegno approdava in un bosco, mirando all’infinito,
navigando nei sentimenti umani primordiali. Riposava nel punto più alto,forse
voleva anche da morto fare da congiunzione tra la terra e il cielo, tra la
materia e l’ingegno creativo.
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