Monte Genzana da Frattura
Dalla balconata
di Frattura ammiravamo tutta la catena montuosa che segnava a Nord il confine
del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio
e Molise, mentre sotto di noi brillavano le
acque del meraviglioso lago di Scanno. Salivamo in direzione del Monte Genzana,
cercando la via più semplice. Nella quiete degli ambienti innevati alcuni
cavalli si raccoglievano tra di loro, conferendo maggiore
serenità a quella
visione d’insieme, che mano a mano che salivamo si perdeva sempre di più nel
bianco. Un bosco diradato
di pini punteggiava i pendii della Serra dei Leardi,
mostrando tutte le tonalità più scure del verde, così contrastato dal candore
della neve. La parte sommitale della montagna spegneva i dislivelli in morbidi
saliscendi, dove ogni riferimento visivo era
attenuato da un manto immacolato. Sulla
cima, le concrezioni di calaverna si erano liberate a modellare il senso del
vento,
avevano “scolpito” la stazione meteorologica con aghi e scaglie di ghiaccio,
seguendo l’orientamento di fuga del Maestrale. I
panorami si aprivano adesso
anche su Sulmona e la valle del Fiume Gizio, mentre il Morrone e la Majella
avevano già affermato
le loro altezze, accompagnandoci in cima con la loro
bellezza.
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