Il Bosco delle Penne Mozze da Castelbrando - Prealpi Trevigiane
Castelbrando
dominava dall’alto la Valmareno, mostrando una bellezza di altri tempi. La Via
Claudia Augustea passava proprio di lì, tra millenni di storia e antiche
leggende. Dalle prossimità di
Cison di Valmarino partivano gli antichi percorsi
dei mugnai: la via delle acque risaliva
tutto il torrente del fiume Rujo, facilitato da ponti e passerelle, dandoci il
piacere di scoprire antichi mulini
ristrutturati. Raggiungevamo il Bosco delle
Penne Mozze, dove quasi duemilacinquecento stele metalliche portavano i nomi
degli alpini caduti in guerra. Le penne mozze erano il simbolo di quelle
vite
spezzate, tantissimi nomi portavano il conto di brevi esistenze. Seguivo i
sentieri dedicati alla Seconda Guerra Mondiale che raccoglievano la memoria dei
caduti in Russia e dei
caduti in Africa, ed immaginavo che qualcuno di loro
avesse anche conosciuto i miei nonni, mandati lì a combattere e fortunatamente tornati a casa.
La luce filtrava a malapena tra gli alberi,
proiettando per terra l’ombra delle
foglie, mentre il vento dava corpo alla tristezza lasciando tremare anche quelle
brevi esistenze.
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