Fonte Grotta di Monte Camicia
Fonte Grotta si raccoglieva rannicchiata sotto il grande Paginone, a malapena si distingueva, si vedeva appena la traccia che sul
grande ghiaione conduceva al suo ingresso. Un cespuglio di ortiche faceva da compagnia all’ormai arrugginita porta
d’ingresso, talmente vecchia e malandata che per aprirla bisognava spiccarla. Sentivamo il respiro della montagna
giungere sui nostri volti, entravamo nel freddo tepore della Terra, che in ogni cavità manifestava la sua condizione materna.
Animavamo la grotta con la luce delle nostre lampade, e più ci addentravamo nella sua profondità più ci rendevamo conto che
era lei ad animarsi. L’acqua limpidissima scorreva sotto di noi modellando da millenni forme lattiginose, quel bianco assoluto si
faceva forza della notte, e appariva ai nostri occhi come quanto di più luminoso possa esserci. Quel buio era la dimora di antiche
colonie di farfalle e di tricotteri, che da millenni risiedevano in quella cavità come ci suggerivano i loro fossili. Assistevamo allo
spettacolo del Tempo, alla trasformazione della materia, all’alchimia della concrezione che riportava ogni cosa al suostadio originale, mentre le farfalle, a loro volta, assistevano al nostro passaggio non curandosi della nostra presenza.
Solo sotto la terra si sente veramente che apparteniamo ad essa.Quando sopra la nostra testa ci sono centinaia e centinaia di metri di rocce non possiamo ignorare che siamo i suoi figli, li siamo nati e li torneremo.....non vado in grotta da quel maledetto novembre 2001, forse è arrivato il momento di tornare......
RispondiEliminaSolo tu puoi saperlo, ma già il fatto che lo pensi forse ha la sua importanza
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