Valle Ruella e Monte Ruella
Il percorso di Annibale appariva e scompariva lungo la strada che conduceva alla Valle di Ruella. Già altre volte mi ero soffermata a riflettere sull’importanza storica di quel luogo, al valore
indescrivibile che assumeva nel compiere quel salto temporale di Millenni, ne parlavo qui. L’aria di fine autunno si calava nel freddo degli anticipi d’inverno, guardavo nel cielo e cercavo di scrutare
tra le tante nuvole quelle basse da neve, chissà quanto ancora dovremo aspettare in questo innaturale slittamento di stagioni. Il cielo si vestiva delle scure tonalità della prossima perturbazione,
ritmandosi di velature e chiaroscuri, ma scoprendo finalmente la luce sul Gran Sasso, placando così lo sguardo da ogni insofferenza. Il freddo aumentava col vento sotto paradossi idrodinamici, tra i
rilievi de La Piaggia e quello di Monte Ruella, ma quietandosi poi nella percezione più placata della valle, dove tutto si distendeva scivolando su morbidi infossamenti. La strada verso Monte Cava
saliva addolcendosi di bianche spolverate di neve, ma la nebbia che si intravedeva lasciava cadere i riferimenti, così tornavamo sui nostri passi alla ricerca di percorsi più tranquilli. Monte Ruella
giaceva come una sentinella sull’abitato di Tornimparte, la sua salita ci regalava non solo la visione panoramica sulle altre montagne, ma anche la scoperta di bellissimi fossili, come se
quella Montagna ci tenesse ancora una volta ad indicare il suo evidente e strettissimo legame con la Storia.
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