Monte Penna delle Foreste Casentinesi
Nel crudo sasso intra Tevero e Arno / da Cristo prese l'ultimo sigillo, / che le sue membra due anni portarno. / (Dante Alighieri, Paradiso XI, 106-108). La Divina Commedia parlava di Monte
Penna, conferendogli una visione storica e sacra, con la figura di San Francesco ferma come riferimento. Intorno alla montagna gli alberi celavano una integrità molto intima, protetta
dall’istituzione di una riserva naturale che non permetteva di varcare dei confini ben segnati. Un breve tragitto conduceva in cima, tra corridoi alberati, composti ed ordinati da un antico
equilibrio. Camminavamo su tappeti di foglie battute, e in attimo la sommità della montagna si apriva sulla vallata sottostante, anch’essa alberata e piena di vita. Da lontano i bramiti dei cervi
davano segno della stagione degli amori, il loro verso si perdeva tra le foreste, animandole di suggestione, inquietudine e mistero.
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