Sotto l’abitato di Castel del Monte vi era l’antico
insediamento romano della Piana di San Marco, dove a seguito di una campagna di
scavi era
riaffiorato dal terreno un antico pavimento musivo con decorazioni a
losanghe. I resti di un lungo muro perimetrale e la conformazione degli
spazi interni
lasciavano supporre un grande edificio di rappresentanza, le cui stanze
presentavano ancora alcune tracce di intonaco, talvolta
dipinto, piccoli segni di un passato importante. Qui vennero alla luce frammenti di ceramica sigillata,
balsamari in vetro, lucerne e anche
una moneta romana della media età
imperiale, portando la datazione del sito alla fine del I sec. d. Cristo. L’analisi
di unità stratigrafiche
testimoniava la devastazione di un importante incendio
che distrusse tutta l’area, su cui, in un periodo immediatamente successivo,
venne
ricostruito. L’ipotesi più accreditata lasciava supporre la presenza di
un vero e proprio vicus, che, situato
nell’altopiano sovrastante l’area
dell’antica Aufinum (Ofena) e ai piedi del più antico centro fortificato di
Colle della Battaglia, fosse connesso alla pratica della transumanza
che vedeva
Castel del Monte e Campo Imperatore mete di monticazione.
