Nella Grotta del Cervo si animavano serpenti e meduse di
calcite, la notte eterna disturbata dalle nostre luci si rifletteva sugli
specchi
d’acqua, mentre miriadi di concrezioni scostavano il velo del buio con
il loro scintillio. Oltre la Strettoia accedevamo al Ramo della Luna, dove
vele,
piogge di stalattiti ed eccentriche si animavano sulle nostre teste al passaggio
della luce. Ogni vano si colmava di bellezza, pareva che ogni
superficie si
rivestisse di ricami di pietra. Il Fiume di Fango, semiliquido, aveva il fondo
melmoso e la superficie fluida, che
movimentata dal nostro passaggio
riecheggiava nei vuoti di roccia con suggestivi sciabordii. Quel tetto di
concrezioni pareva fatto di stelle
precipitate su di noi, candide e dai
minerali diversi, intoccabili, contrapposte alla mota sporca dell’alveo. Nel
Salone Angeletta
gigantesche meduse di calcite apparivano gonfie come
mongolfiere, la fantasia correva lungo fondi e risalite, tra specchi d’acqua,
fili di corda e
fiumi di silenzio. Uscita speleologica del gruppo GGFAQ.
Sulle montagne era
arrivata la prima neve, andavamo a renderle omaggio nella magnifica Valle del
Morretano. Il bosco al riparo del
vento esaltava il senso della neve, che modellava
i rami dei faggi come coralli bianchi.