Cima delle Murelle dal Blockhaus
Le morene sommitali
vestivano tutta la parte alta della Majella, conferendole un aspetto lunare e
romantico, lo sguardo correva
per chilometri non trovando ostacoli, scivolando
nei circhi glaciali e negli anfiteatri rocciosi, per poi risalire nei portoni
di
accesso della montagna Majella. Camminavamo sulla profondità dell’antico mare di Tetide,
dove nel suolo roccioso trovavamo
fossili di cinque milioni di anni. Il cielo
sostituiva da tempo immemorabile quella materia liquida, ma ne manteneva la
memoria attraverso la fluidità delle nubi, spesso a contatto con i campi superiori
e i movimenti celesti. La Cima delle Murelle
innalzava il suo filo di cresta
compiendo una parabola con la sua dorsale, così isolata dagli altri rilievi era
una meta poco
frequentata dagli escursionisti. I camosci trovavano nel suo
ambiente isolato l’habitat perfetto dove vivere, al limite
dell’uomo, troppo
svantaggiato da un ambiente così severo, senza acqua e ripari, solo alcuni
bivacchi artificiali davano nota di
ricovero, il bivacco Fusco di colore
giallo, e il bivacco Pelino sulla cima di Monte Amaro, visibile in lontananza con
il suo rosso
acceso. Le nuvole salivano dai valloni laterali per poi farsi spegnere
dal vento, quella danza così vicina al cielo racchiudeva
in sé il fascino
assoluto di un ambiente severo, dove per ammirarlo era necessario spingersi poco
oltre i limiti del deserto.

Quando si ha la possibilità di visitare questi luoghi in cui le travolge natura, si sentono brividi ... un silenzio profondo, ... e natura che dice "presente", sono qui! ... Un posto fantastico! Belle foto. Saluti, Sara.
RispondiEliminagrazie Patzy
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