domenica 23 novembre 2014

Anello dei Prati di Foce per il Castello di Cesura

I Prati di Foce si raccoglievano al di sotto di piccole montagne, isolandosi a Sud con maggiori baluardi. Una lunga cresta si poneva come spartiacque con la valle del rio Forcella, dove ipaesi di Menzano, Santi e Casaline caratterizzavano una delle ultime estensioni della terra d’Abruzzo, prima del reatino e della Salaria. Il valico di accesso che metteva in comunicazione i dueversanti della montagna ormai era anonimo e segnato a malapena da un sentiero, così come erano anonimi i resti dell’antico Castello di Cesura. La prima volta che lo vidi era d’inverno, e laneve aveva coperto di molto il perimetro basso delle sua mura, adesso si lasciava scoprire sotto l’aria fredda di novembre, scaldata a malapena dagli ultimi colori dell’autunno. Alcunestanze mantenevano ancora la loro funzione di dimora, accogliendo piante ed arbusti tra le poche mura rimaste, mentre la memoria della pietra tornava indietro di quasi mille anni,quando da quella posizione dominante vi era il controllo sulle vallate sottostanti. Il Castello di Cesura venne edificato nel XII secolo a beneficio dei coloni dei terreni spettanti alla Badia di SanQuirico e Giulitta, segnando il confine tra l’antico contado Reatino e quello Amiternino. Anton Ludovico Antinori testificava il contributo di Cesura alla fondazione della città dell’Aquila, nel1254, e la sua capitolazione nel 1349 per mano del conte Lalle Camponesco Aquilano; venne completamente abbandonato, dopo di che i secoli continuarono a livellare inesorabilmente lesua mura. Riprendevamo il sentiero che metteva in comunicazione gli antichi confini, immettendoci nuovamente nei Prati di Foce. Una carrareccia costeggiava a Nord la vallata,passando davanti ad un vecchio casolare in rovina. Tale struttura aveva da sempre attirato la mia attenzione, ma non era mai stata accessibile a causa del fitto groviglio di rovi che la rendevaimpenetrabile. Il freddo aveva messo a dimora le piante e finalmente senza il fogliame riuscivamo ad individuarne l’accesso: al suo interno alcuni ingranaggi di archeologia industrialeavrebbero potuto svelarne la funzione, ma avevo paura ad avvicinarmi a causa del soffitto gravemente pericolante.

domenica 9 novembre 2014

Monte Mozzano dalle Capannelle

Il Monte Mozzano ospitava i resti di antiche postazioni militari di epoca romana, collocati secondo gli studiosi sul Piccu de Mezzo,una delle tre torri delle cime di Aielli. Tra i sassi resi anonimi dai millenni si leggevano sbiaditi gli interventi dell’uomo, sempliciordini costruttivi che avevano superato inosservati lo scorrere dei secoli, confusi alle pietre e mimetizzati tra gli arbusti. Antichemulattiere fornivano il collegamento con l’Altopiano di Aielli, ricco di fontanili e casolari, bordato dai pendii delle montagneche ospitavano le più belle manifestazioni dell’autunno. La luce nitida di novembre esaltava il contrasto dei colori, le nuvoleproiettavano perfettamente le loro ombre sui boschi bruniti, animando anche in lontananza sia i profili della Laga che quelli aOvest del Gran Sasso.